Oggi Bonelli ha presentato il suo nuovo sito con grafica in parte riveduta rispetto alla precedente ma senza quella chiarezza maggiore che ci si sarebbe aspettati. I siti degli editori i sono trasformati in vendite online con uno spazio per news e approfondimenti sempre più ridotto. Il sogno sarebbe quello di vendere direttamente ai lettori come fa ad esempio Amazon con l'abbonamento Prime.
Panini dal canto suo chiede appena 19,90 euro di fumetti per mandare tutto a casa senza spese. Non c'è confronto. L'editore modenese è una piccola multinazionale, mentre Bonelli è una azienda editoriale a gestione familiare con un fatturato che è circa il 10% di quello della Panini.
Ciò che traspare subito dal nuovo sito è la messa in primo piano dei fumetti con immagini più grandi rispetto a prima e il prezzo in bella mostra con il pulsante della aggiunta al carrello della spesa. Purtroppo, però, la soglia delle spese di spedizione gratuite a 80 euro stronca sul nascere ogni velleità di vendere dal sito con livelli di grande portata. La tendenza è quella di un sito di un editore vecchio.
Fa sorridere l'immagine di Tex anni '60 posta nell'articolo di presentazione del sito. Da l'idea di una grafica orientata solo ai vecchi che non sono i fruitori di prodotti comprati online. Insomma, pare che ogni scelta della dirigenza della Bonelli sia contraria alla ragionevolezza più semplice. Non era più semplice prendere a modello il sito Panini. Cosa si aspettano poi Airoldi e Masiero non è dato sapere.
Bonelli è oggi un editore in declino con le serie in perenne calo nelle vendite (calate del 50% negli ultimi 4 anni come certificano i bilanci a suggello di scelte tristi). E cosa fare? La famiglia Bonelli dovrebbe azzerare tutta la dirigenza e ricominciare da capo con altri modelli. Fa ancora in tempo ad invertire la china verso il fallimento totale.

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