Il primo numero di Diabolik è uscito nel novembre 1962, distribuito sembra solo nell'area del milanese e di copie ne furono vendute solo 8.000 su una tiratura di 20.000. Fu un flop, però con quel primo episodio scritto da Angela Giussani scopiazzando Fantomas e disegnato da un certo Angelo Zarcone iniziò una leggenda del fumetto che dura tuttora. Un fumetto pieno di misteri a cominciare proprio da questo disegnatore che al tempo lavorava per la casa editrice del marito della Giussani, la C.E.A.
Per l'esordio fu stabilito il formato pocket (12x17) sia per risparmiare le poche risorse a disposizione sia perché il progetto fu impostato come letteratura di basso profilo che il fan occasionale avrebbe letto, magari mettendoselo in tasca per poi buttarlo in un cestino della spazzatura o lasciandolo sul sedile di un treno della stazione di Milano frequentata da pendolari per andare ai luoghi di lavoro.
Era il primo fumetto prodotto dalla Astorina, casa editrice fondata dalla Giussani l'anno prima in quanto fino a quel momento avevano editato su licenza fumetti prodotti all'estero, tra cui le storie del pugile Big Ben Bolt. Il titolo del primo numero è Il re del terrore e la copertina vede questo Diabolik, criminale efferato, dagli occhi blu come il ghiaccio con una bionda rossiccia che urla. Il prezzo era di 150 lire, piuttosto alto per l'epoca ma conveniente.
L'avventura si apre nel modo più classico, alcune persone invitate dalla marchesa Eleonora De Semily parlano nella villa di costei chiamata Castello di Mart di Diabolik, un essere in grado di assumere le sembianze di altre persone, dagli occhi di ghiaccio e così abile da sfuggire al più noto poliziotto della città, l'ispettore Ginko.
Il gruppo ne parla come di un uomo quasi soprannaturale incarnazione del male. Una persona terribile che uccide senza alcuna pietà e il cui soltanto il nome fa rabbrividire la giovane Patrizia, amica di Gustavo Garian, un giovane che ha compiuto 21 anni e che si appresta a ereditare la sua quota del patrimonio di famiglia pari a 300 milioni di lire dell'epoca. Il padre Stefano è di ritorno dall'India dove ha fatto fortuna ma ciò che sembra una felice famiglia è segnata dal dolore: la madre Clelia è in un manicomio.
Il giorno dopo la marchesa De Semily é trovata pugnalata alla schiena. Il commissario Polè arrivato sul posto con la sua squadra non riesce a capirci molto e la tesi che va per la maggiore vuole che un vagabondo celatosi nel giardino sia entrato nella camera della marchesa per rubare e poi sorpresa da questa l'abbia uccisa.
Polè, che fra sei mesi andrà in pensione, chiama l'ispettore Ginko che inizia a indagare. Stefano Garian parlando con il figlio nella camera di questi scopre sotto il cuscino della poltrona un panno sporco di sangue e nel guardaroba la vestaglia con le stesse tracce. E' chiaro che lui spinto da un attacco di follia come sua madre ha ucciso Eleonora De Semily, nonostante fosse la zia. Non c'è tempo da perdere e i due fuggono attraverso i campi nella notte.
Patrizia ha udito la discussione tra di loro e crolla a terra per la disperazione e poco dopo rivela quanto sentito dai due all'ispettore Ginko. Il caso sembra dunque risolto ma l'ispettore non ne è convinto. Intanto, Stefano e Gustavo Garian raggiungono una località poco vicina dove trovano rifugio: il piano del padre per salvare il figlio prevede che si imbarchi clandestino su una nave per l'India dove potrà utilizzare l'enorme fortuna ereditata senza problemi.
Il cadavere di pescatore trascinato sulla riva di un fiume arriva al momento giusto. Stefano lo veste con gli abiti del figlio che terrorizzato resta colpito dal sangue freddo con cui il genitore si destreggia nella situazione. Il cadavere ha il visto sfigurato così che nessuno sospetterà niente e tutti penseranno che il giovane Garian si sia suicidato per la disperazione. Ginko continua a dubitare e setacciando il sentiero che dalla villa Mart porta alla stazione scopre il frammento di una cartina della zona.
Arriva fino alla locanda di Susanna dove per coincidenza Stefano Garian aveva mandato suo figlio Gustavo in cerca di un marinaio poco di buono, noto come nostromo Clark, per imbarcarsi. Il suo apparire scuote le persone, tutte pregiudicate. Ne nasce una rissa per permettere a Clark di fuggire ma Ginko nota Gustavo nonostante abbia una barba finta datagli dal padre e lo segue quando dal caos sbuca fuori fino all'albergo dove é con il padre.
Nel tentativo di frugare nella camera in cerca di prove, viene affrontato da dietro da un uomo vestito di nero che lo minaccia con un pugnale. E' Diabolik che così fa la sua apparizione nella storia. Ginko sospettava che in qualche modo il re del terrore centrasse con gli eventi di villa Mart e ora ha capito che lui si è sostituito a Stefano Garian.
Di lì a poco riesce ad avvicinare Gustavo e gli spiega che lui non è responsabile della morte della marchesa ma che per ora non può dirgli di più. L'importante è che non riveli la circostanza a suo padre. Stefano gli ha fatto firmare un documento che gli conferisce delega per la gestione della sua eredità. Diabolik/Garian potrà rubare il denaro, che è il suo vero ed effettivo obiettivo.
L'attenzione si sposta Clelia Garian, la quale dopo molti mesi sembra guarita dalla sua follia. Ai medici ha sempre detto che un figuro vestito di nero ha ucciso il marito per poi prendere il suo posto indossando davanti ai suoi occhi una maschera con le sembianze di Stefano. Il giorno in cui un luminare della psichiatria arriva dalla Svezia, Grimm, su invito del suo medico curante, Moret, per visitarla e constatare come sia guarita dalle sue ossessioni, cade di nuovo preda dei suoi deliri.
Quando Grimm si toglie gli occhiali, Clelia riconosce quelli di Diabolik e si abbandona ad urla terribili. Lo svedese era in effetti Diabolik andato lì con quello scopo, ovvero far ripiombare di nuovo la Garian nel cupo terrore che l'ha condotta in manicomio. L'importante è che non esca per salvare suo figlio Gustavo. La donna prima della visita aveva consegnato un biglietto ad una infermiera, Elisabet Gay detta Tina, per farlo arrivare a Gustavo. In cambio di quel favore, poiché la corrispondenza doveva passare per la direzione del centro, le regala un prezioso anello.
La bella infermiera non passa inosservata a Diabolik che nei panni di Grimm se ne infatua e decide di corteggiarla. Assume così l'identità di Walter Dorian e la attende alla sua uscita dal centro mentale per fare conoscenza con lei. La ragazza colpita dai modi di alto lignaggio che Diabolik conosce perde la testa per lui e quando il re del terrore nota l'anello della ragazza sospetta che qualcuno glielo abbia dato per qualche motivo. Dopo averla narcotizzata, fruga nella sua casa e trova il biglietto che la Garian le aveva dato per farlo recapitare al figlio Gustavo.
Intanto, Ginko passa all'azione: grazie a un bambino di nome Toni a cui ha dato incarico di spiare Stefano Garian nei suoi spostamenti dall'albergo dove si trova con il figlio, scova il luogo dove Diabolik ha posto il suo rifugio. Qui infatti rinviene tutte le maschere usate dal criminale fino a quel momento, le prove di cui aveva bisogno per la sua teoria. Diabolik sta per rientrare in quel momento e ne nasce un grande inseguimento lungo le strade cittadine.
Diabolik finisce fuori strada e sbatte contro un albero. Ginko si precipita fuori dalla sua auto ma di Diabolik non c'è traccia. Davanti a lui si ergono spaventapasseri di un campo. Il poliziotto per la rabbia esplode una serie di colpi verso di loro, così per togliersi dalla testa l'idea folle che il criminale si sia nascosto in uno di essi. Diabolik se la cava per pura fortuna poiché alcuni proiettili lo colpiscono alla spalla. Quando torna da Elisabet con il braccio fasciato le rivela che vuole sposarla ma nel frattempo si recheranno presso una villetta nelle vicinanze per stare tranquilli.
Intanto a villa Mart tutto é stato chiarito. Clelia Garian viene liberata dal manicomio e il figlio Gustavo, a cui viene rivelato che il padre è stato ucciso molti mesi prima da Diabolik, che aveva preso il suo posto negli ultimi mesi durante quelle terribili vicende, deve però prendere atto che la sua eredità non è stata salvata. Diabolik è riuscito a farsi trasferire la sua immensa fortuna pari a 300 milioni. Una storia molto diversa da tutte quelle che seguiranno negli anni successivi con un Diabolik talmente spietato da non essere più replicato nella medesima ferocia.

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